Descrizione
Le poesie raccolte in questo volume d’esordio costituiscono il rendiconto di un agire creativo entro cui, ormai da diversi anni, si esercita la pulsione di Patrizia Sorrentino a narrare di sé, degli spazi in cui si muove, delle sue relazioni con gli altri. Pulsione che si concreta percorrendo sentieri d’ispirazione molteplici, ridotti a unità dall’uso del dialetto triestino maneggiato con disinvolta padronanza, ma anche da un registro poetico che si sviluppa basandosi su un eloquio piano e tuttavia pronto, ove necessario, a impennarsi in immagini inaspettate e sorprendenti. La scelta del dialetto appare funzionale all’esigenza di scavare con le parole dentro stati d’animo, in memorie o in elementi di paesaggio, soprattutto marini. Patrizia Sorrentino compie una scelta consapevole e determinata, apportando, con decisione, gli esiti poetici di una sensibilità delicata e fortemente personale, che l’autrice declina in versi dotati di un ammaliante potere evocativo.
A la fine,
se resta in tera.
A vardar
quel che porta la marea,
a figurarse storie
de meter zo
in poesia.
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